Oggi voglio riprendere un articolo di Riza Psicosomatica.
La paura di guarire che genera ansia
Sembra impossibile, eppure questo timore colpisce molte persone: si tratta di una forma di ansia particolare che rivela un tratto di immaturità facilmente superabile…
Si può aver paura di stare bene? Di tornare a essere forti e sani? Di affermarsi e aver successo? Sì, ed è più frequente di quanto si pensi. È una forma particolare di ansia, un po’ anticipatoria e un po’ da prestazione, per la quale una persona che razionalmente vuole certamente uscire da uno stato di malessere o di crisi si ritrova bloccata dall’idea stessa di raggiungere la meta. Questa persona si impegna per mettersi nella condizione di spiccare nuovamente il volo, ma al momento di fare il salto qualcosa la ferma e la fa ristagnare nella situazione in cui si trova. Ma ciò che crea questa ansia non è la meta in se stessa, quanto piuttosto le conseguenze che il suo raggiungimento implica, e cioè il timore di non riuscire a confermare il miglioramento ottenuto, di dover restare “a quei livelli” senza potersi concedere altre crisi o pause. A volte entra in gioco, oltre all’ansia, anche un altro fattore: la pigrizia. Non si ha voglia di fare “la fatica di vivere con pienezza”, di mettersi veramente in gioco, perché tutto sommato il malessere nel quale ci si trova offre l’opportunità di tirarsi indietro quando si vuole.
Una personalità…ancora in erba!
Questo schema, che emerge spesso in psicoterapia, rivela un tratto ancora adolescenziale della persona, in cui a una scarsa conoscenza delle proprie risorse si associano una grande paura del giudizio altrui, un’inconsapevole tendenza al perfezionismo e un senso di responsabilità verso se stessi piuttosto acerbo. Questa paura di vivere può riguardare le situazioni più diverse: c’è chi teme di tornare a stare bene perché non avrà più scuse per sottrarsi a ciò che non gli piace, chi teme di raggiungere la felicità per paura di perderla, di vincere sul lavoro perché poi dovrà mantenere quello standard. È il terrore di farcela, si vorrebbe vincere solo quella volta e, per magia, non rischiare mai più di perdere, di essere giudicati, di cadere. Cosa ovviamente impossibile. Vincere questa paura ha un grande significato, perché non risolve solo la situazione specifica ma fa ripartire lo sviluppo psicologico della persona nella sua globalità. La maturità non è confermarsi “all’altezza”, ma affrontare la vita di volta in volta.
Le domande da farsi per uscirne
Restare incagliati fra la voglia di farcela e la paura di riuscire crea un logorante attrito interiore. È il momento di scegliere se vivere veramente o soltanto sopravvivere. È meglio affrontare problemi nuovi e reali o ristagnare nel tepore del compromesso o del malessere conosciuto?
Largo alla curiosità
Non puoi sapere come sarà la vita, se ritornerai a star bene o ad avere pieno successo. Le ipotesi che fai oggi, basate sul tuo stato attuale di paura, non possono essere realistiche. La vita sorprende sempre e nulla è come lo immaginiamo prima. Sii curioso: hai solo da guadagnare.
Sciogli i tuoi nodi una volta per tutte
Se la tua resistenza a spiccare il volo è davvero molto forte, è possibile che il problema risieda in un grande timore di essere giudicato, anche da te stesso. La psicoterapia può aiutarti a comprendere come sciogliere questo nodo, che quasi sempre si è creato nell’infanzia o nell’adolescenza, e a sviluppare una maggiore determinazione